James Naismith

17/01/2021

James Naismith (1861-1939), insegnante di educazione fisica canadese, ma naturalizzato statunitense, in servizio allo Springfield College, in Massachusetts è l’inventore del gioco del basket (pallacanestro in Italia).

Nel 1891, per far divertire i suoi ragazzi nei rigidi mesi invernali, si inventò un nuovo, semplice gioco da praticare in palestra: appese a un muro un cesto in vimini (per raccogliere le pesche) e invitò i giovani a tirarci dentro un pallone. Naismith prese spunto da un gioco della sua infanzia, Duck-ona-rock (anatra su una roccia), in cui la regola principale era il tiro a parabola di un sasso. In due settimane presentò al college il regolamento

La prima partita si giocò il 15 dicembre (finì peraltro 1 a 0, non un grande risultato) e il successo fu tale che in due settimane Naismith formalizzò le regole base (vedi sotto), pubblicandole già nel gennaio 1892. Visto che inizialmente toccava ricorrere a una scala per recuperare la palla che finiva nel cesto, si decise di tagliarne la parte inferiore. La classica retina sarebbe arrivata invece solo nel ‘900. Inizialmente i giocatori erano 9 per squadra e il campo di gioco era la metà di quello odierno.

BASKETBALL O NAISMITHBALL? Quanto al nome “basketball”, fu scelto da un allievo di Naismith dopo che il maestro si era rifiutato di dare al nuovo sport il proprio nome. In caso contrario, oggi giocheremmo a “Naismithball”.

Anche la palla a spicchi del basket è un eredità di James Naismith: anche la prima palla usata dal professore aveva gli spicchi (sono 8 oggi)  e la superficie a pallini che aiuta gli atleti ad afferrare meglio il pallone nonostante le mani sudate e il continuo movimento.

Le tredici regole (vedi sotto) su cui James Naismith basò il nuovo sport vennero pubblicate sul The Triangle il 15 gennaio 1892: nacque così ufficialmente il nuovo gioco del basket ball (ed è per questo che oggi google celebra il basket e il suo inventore).

In Italia le regole furono tradotte già nel 1907 da Ida Nomi Venerosi Pesciolini, una maestra della commissione tecnica femminile della Federginnastica. Lo sport fu presentato a Venezia con il nome di palla al cerchio e per anni fu considerato uno sport “da signorine”. 

Una regola non scritta da James Naismith riguarda invece l’autocanestro che è previsto nel basket, ma vale solo se si fa canestro in modo casuale, non apposta. È una regola introdotta nella Coppa dei Campioni del 1962 quando, pur di evitare i tempi supplementari, il Real Madrid, ospite della Ignis di Varese, chiuse la partita facendo volontariamente proprio un autocanestro.

LA VITA DI JAMES NAISMITH. Naismith era nato in un villaggio canadese, Almonte, nel 1861. Dopo gli studi universitari si trasferì negli Stati Uniti dove iniziò a insegnare in diverse scuole e università. Dopo aver inventato il basket allo Springfield College si sposò, divenne il primo allenatore di una squadra di pallacanestro ed ebbe la fortuna che la sua invenzione – ormai divenuta popolare – venne dichiarata disciplina olimpica in occasione delle olimpiadi estive di Berlino nel 1936. 

Proprio in quell’occasione, Naismith alzò la prima storica palla a due del torneo olimpico e consegnò la medaglia d’oro agli Stati Uniti. Morì il 28 novembre 1939.

LE 13 regole di James Naismith

  1. La palla può essere lanciata in qualsiasi direzione con una o entrambe le mani.
  2. La palla può essere colpita in qualsiasi direzione con una o entrambe le mani, ma mai con un pugno.
  3. Un giocatore non può correre con il pallone, deve lanciarlo dal punto in cui lo ha preso.
  4. La palla deve essere tenuta in una mano o tra le mani; le braccia o il corpo non possono essere usate per tenerla.
  5. Non è possibile colpire con le spalle, trattenere, spingere, colpire o scalciare in qualsiasi modo un avversario; la prima infrazione da parte di qualsiasi giocatore di questa regola è contata come un fallo, la seconda squalifica il giocatore fino alla realizzazione del punto seguente o, se è stata commessa con il chiaro intento di infortunare l’avversario, per l’intera partita; non sono ammesse sostituzioni.
  6. Un fallo consiste nel colpire la palla con il pugno, nella violazione delle regole tre e quattro e nel caso descritto dalla regola 5.
  7. Se una squadra commette tre falli consecutivi, conterà come un punto per gli avversari; consecutivi significa senza che gli avversari ne commettano uno tra di essi.
  8. Un punto viene realizzato quando la palla è tirata o colpita dal campo nel canestro e rimane dentro, a meno che i difensori non tocchino o disturbino la palla; se la palla resta sul bordo e l’avversario muove il canestro, conta come un punto.
  9. Quando la palla va fuori dalle linee del campo, deve essere rimessa in gioco dalla persona che per prima l’ha toccata; nei casi dubbi, l’umpire deve tirarla dentro il campo; chi rimette in campo la palla ha cinque secondi: se la tiene più a lungo, la palla viene consegnata agli avversari; se una squadra continua a perdere tempo, l’arbitro darà loro un fallo.
  10. L’umpire è il giudice dei giocatori e prende nota dei falli, comunicando all’arbitro quando ne sono commessi tre consecutivi; ha il potere di squalificare un giocatore secondo la regola 5.
  11. L’arbitro è il giudice della palla e decide quando la palla è in gioco, all’interno del campo o fuori, a chi appartiene e tiene il tempo; decide quando un punto è segnato e tiene il conto dei punti con tutte le altre responsabilità solitamente appartenenti ad un arbitro.
  12. La durata della gara è di due tempi da quindici minuti, con cinque minuti di riposo tra di essi.
  13. La squadra che segna il maggior numero di punti nel tempo utile è dichiarata la vincitrice dell’incontro. Nel caso di pareggio, il gioco può continuare, se i capitani sono d’accordo, fin quando non viene segnato un altro punto.